sionisti pensassero ad un focolare nazionale ebraico come alla soluzione di ben altro che il problema immediato - la situazione degli ebrei nella moderna Europa delle nazioni - e si raffigurassero il nuovo Stato da costruire come la continuazione dell'antica storia ebraica, che riprendeva dopo la breve interruzione di due millenni. I vecchi regni israeliti avevano costituito il primo commonwealth ebraico, con al centro il Primo Tempio. Dopo il ritorno dall'esilio di Babilonia era stato creato il secondo commonwealth ebraico intorno al Secondo Tempio. Ebbene, l'ora era venuta di creare una nuova comunità, vale a dire il Terzo Tempio. In questo modo l'idea politica originariamente intesa a fornire agli ebrei europei un'ancora di salvezza, si imbeveva di un contenuto mistico-religioso che le dava un profondo impulso messianico. Tutto ciò era completamente estraneo alla personalità di Herzl, tipico intellettuale ebreo viennese; ma quando venne in contatto con le masse ebraiche dell'Europa orientale, egli si convinse che il movimento aveva bisogno di questa dimensione mistica.

In quell'epoca vagava per l'Europa orientale un'altra ideologia: quella del socialismo, l'utopistico mito che prometteva la liberazione dell'uomo dal giogo di un oppressivo ambiente sociale. Per i giovani ebrei dei ghetti il vangelo di Tolstoj e quello di Marx apparivano intrecciati insieme. Su quei giovani, ragazzi e ragazze, che nei ghetti russi e polacchi avevano come genitori uomini pallidi, che facevano, disprezzati, i mestieri del sarto, del bottegaio, dell'usuraio, il lavoro •-- lavoro manuale come salvezza dell'anima - esercitava un'attrattiva magica. Tutti questi desideri e aspirazioni si unificarono in un unico obiettivo: piantare tutto, smetterla di essere una minoranza indifesa alla mercé dei primi

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