da poter meglio difendere il canale di Suez. L'obiettivo di quasi ogni governante egiziano, dagli antichi faraoni a Nasser, è sempre stato quello di procurarsi una base d'appoggio in Palestina per impedire infiltrazioni ostili nel deserto del Sinai, suscettibili di minacciare poi la valle del Nilo. Dato il controllo inglese sia dell'Egitto che del canale, Chamberlain pensò che il sionismo poteva aiutarlo a bloccare qualsiasi potenziale minaccia turco-tedesca. Lo scopo era esattamente opposto a quello che aveva mosso il Kaiser quando aveva per breve tempo preso in considerazione l'idea di utilizzare il sionismo a vantaggio degli interessi tedeschi.

L'idea di una comunità ebraica in Palestina come avamposto dell'impero britannico non era affatto nuova. Nel 1840 era stata avanzata da Lord Palmerston, secondo il quale un insediamento ebraico in Terra Santa avrebbe giovato all'impero ottomano, allora sostenuto dagli inglesi, contro gli egiziani, allora sostenuti dalla Francia.

Palmerston così scrisse al suo ambasciatore a Costantinopoli:

Tra gli ebrei sparsi per l'Europa sta attualmente prendendo forza l'idea che per la loro nazione è venuto il momento di tornare in Palestina [...] Se il ritorno del popolo ebraico avvenisse sotto l'egida e la protezione - e per invito - del sultano, esso costituirebbe un freno per qualsiasi futura cattiva intenzione di Mehemet Ali o del suo successore [...] Debbo dare a Vostra Eccellenza l'istruzione di esortare con forza [il governo turco] a favorire ogni appropriato incoraggiamento agli ebrei d'Europa a tornare in Palestina.

Sessantanni dopo Herzl e i suoi successori avrebbero usato le identiche argomentazioni. Mehemet Ali, il dittatore egiziano, era in qualche modo il precursore del moderno movimento nazionale arabo.

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