la Gran Bretagna per i propri fini. I frutti che gli inglesi raccolsero da questo patto furono transitori; i vantaggi ottenuti dal sionismo furono invece permanenti.

Fu la dichiarazione Balfour a conferire alle relazioni tra sionismo e arabi la loro forma definitiva. La fase finale era cominciata con l'inizio del regime giovane-turco, ma soltanto ora trovò la sua chiara conclusione. Gli arabi videro grandi masse di coloni stranieri dilagare nel paese (la terza aliyah) con grande energia e creare kibbuzim nell'intero territorio; videro impiantarsi un nuovo governo coloniale presieduto da un alto commissario ebreo inviato dalla Gran Bretagna, Sir Herbert Samuel, che aiutava attivamente il processo di colonizzazione. Per la prima volta essi presero le armi come popolo, dando inizio a quella serie di scontri armati di cui la guerra dei sei giorni non è stato che un ennesimo episodio (il settimo o l'ottavo). Lo jishuv, come fu chiamato lo pseu-do-Stato ebraico, costituì a sua protezione la prima organizzazione militare su scala nazionale: la Haganah (cioè Difesa). I dirigenti nazionalisti più estremisti, guidati da Vladimir Jabotinsky, chiesero la formazione di una Legione ebraica all'interno dell'esercito inglese (tre battaglioni di questo tipo avevano combattuto nel quadro delle forze armate britanniche durante la prima guerra mondiale, ed erano stati congedati alla fine del conflitto).

Si determinò così lo schema cui dopo di allora si sono sempre conformate le relazioni tra arabi e sionisti, e che si può caratterizzare come segue: 1) i sionisti accrescono i loro sforzi di immigrazione e colonizzazione; 2) gli arabi reagiscono violentemente a ciò che considerano una minaccia mortale alla loro esistenza nazionale; 3) per far fronte al pericolo e procurarsi aiuti militari e politici, i sionisti cercano alleati, i quali possono essere soltanto potenze stra¬

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