niere i cui interessi siano contrastati dal nascente nazionalismo arabo; 4) il patto tra il sionismo e la potenza straniera di turno inasprisce l'odio e il ri-sentimento arabi, indurendo i loro attacchi contro il focolare nazionale ebraico; 5) ciò aumenta la necessità per i sionisti di alleati ancora più potenti, È un ciclo chiuso, un vero circolo vizioso, un carosello in cui ogni cavaliere è trasportato dal suo cavallo avanti e indietro immaginando di esser lui che decide la via ma tragicamente condannato - dalla logica interna dei suoi atti precedenti e dall'ideologia da questi alimentata - a seguire un corso predeterminato.

Un incerto tentativo di spezzare il circolo fu effettuato immediatamente dopo la guerra mondiale. Pur non avendo avuto una grande importanza storica, esso è interessante perché mostra ciò che sarebbe potuto essere.

In quel momento il capo indiscusso del sionismo era il dr. Hajim Weizmann. Mentre all'inizio della guerra la maggior parte dei leader sionisti si volgevano alla Germania, in parte per odio alla Russia zarista, Weizmann si schierò con la Gran Bretagna. Dopo la vittoria degli inglesi e la conquista della dichiarazione Balfour l'eminente scienziato divenne il « grande vecchio » del sionismo.

Sull'altro lato emergeva la figura dell'emiro Faisal, uno dei prìncipi hashimiti che combattevano i turchi nel deserto arabico. T. H. Lawrence, un agente del Bureau del Cairo che dirigeva la politica imperiale britannica in Medio Oriente, tentò di aiutare Faisal a divenire re della Siria.

Lawrence era fanaticamente antifrancese. La creazione di un regno arabo in Siria sotto un sovrano amico degli inglesi era non soltanto un mezzo per realizzare i sogni filoarabi di Lawrence, ma anche un

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