brillante espediente per privare i francesi dei domini mediorientali loro promessi dall'accordo Sykes-Picot.

Ma per gli arabi, che non hanno mai amato e ammirato il sospetto Lawrence tanto quanto questi pensava, non si trattava di scegliere tra due imperialismi: essi volevano che la Siria - tutta la Siria - divenisse un regno indipendente, ivi compresa la Palestina, ch'era per essi la Siria meridionale. Quando i capi arabi si riunirono a Damasco in un grande congresso nazionale, alcuni di essi ritenevano che si potesse cercare un accordo con i sionisti al fine di unire gli sforzi di arabi ed ebrei per la liberazione del Medio Oriente.

Contemporaneamente Lawrence si adoperava a

collegare l'influenza araba e quella sionista ad esclusivo vantaggio della dominazione inglese nel Medio Oriente. Tra Weizmann e Faisal fu avviata una serie di romanzeschi incontri il cui scopo era di mettere la Conferenza della pace di fronte al fatto compiuto di un accordo arabo-ebraico.

Teoricamente la leadership sionista avrebbe potuto allora concludere un'alleanza con il movimento nazionale arabo. La disposizione degli spiriti era favorevole, e la dichiarazione Balfour poteva ancora essere interpretata dagli arabi in modo diverso. Un eminente leader siriano offrì ufficialmente ai sionisti uno Stato palestinese autonomo federato con la Siria e posto sotto la corona siriana. (Circa trent'anni più tardi, alla vigilia della costituzione dello Stato d'Israele, una proposta assai simile sarebbe stata ripetuta dal re ‘Abdallàh, fratello di Faisal.) Ma la leadership sionista, insediatasi finalmente in Palestina agli inizi del 1918, era totalmente impreparata ad ogni idea del genere. Nessuno dei suoi membri conosceva minimamente la realtà del nazionalismo arabo, e a quell'epoca l'idea di opporsi all'imperialismo britannico sarebbe loro sembrata ridicola. Appariva più attraente

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