sta a sostenere un grande Stato arabo, e gli arabi a sostenere uno Stato palestinese basato sulla dichiarazione Balfour. Vi si affermava inoltre che « saranno adottate tutte le misure necessarie per incoraggiare e stimolare l'immigrazione degli ebrei in Palestina su larga scala e per sistemare gl'immigranti nella regione il più rapidamente possibile ». Significativamente, ogni possibile contrasto veniva rinviato all'arbitrato del governo inglese. Ma l'accordo non entrò mai in vigore. Faisal (che lo firmò con l'autorizzazione della sua famiglia) ne condizionò l'applicazione all'accettazione da parte della Conferenza della pace delle sue rivendicazioni sulla Siria, cosa che naturalmente non avvenne. Accadde invece che i francesi attaccarono Damasco e scacciarono dalla Siria Faisal, unitamente ai nazionalisti siriani e palestinesi.

I sionisti non furono gran che turbati da questo corso degli eventi. Le loro richieste furono accettate dalla Conferenza alleata di San Remo (aprile 1920) e incorporate nei documenti che definivano il mandato britannico sulla Palestina e che ottennero nel 1922 la ratifica della Società delle nazioni. 1 sionisti dovettero anzi sentirsi piuttosto sollevati per aver evitato la necessità di trattare con il non familiare interlocutore arabo, e contenti di tornare ad aver a che fare con gli inglesi.

L'intera vicenda ha il solo interesse di mostrare che cosa avrebbe potuto essere.

Le relazioni tra inglesi e sionisti continuarono per quasi un ventennio, non senza numerose diffidenze. I funzionari coloniali inglesi non riuscivano a trovare un terreno d'intesa con gli ebrei russi che costituivano la leadership sionista, mentre provavano un certo attaccamento per i romantici sceicchi arabi. Gli arabi, che accusavano gli inglesi di consegnare la loro terra agli ebrei, ogni pochi anni si rivoltavano, con violenza crescente. Gli ebrei accusavano l'amministrazione co-

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