la « difesa ebraica » furono i tre temi principali del socialismo sionista nel corso della prima metà del ventesimo secolo. In grazia loro l'ala socialista del sionismo divenne assai più nazionalista dell'ala destra borghese, rappresentante un ceto borghese contaminato dalla lunga esperienza di impiego di manodopera araba negli aranceti privati. Sono convinto che il Partito operaio israeliano (Mapai) deve principalmente a questo fattore l'esser divenuto il centro della struttura di potere nel movimento sionista prima e nello Stato d'Israele poi, posizione ch'esso detiene ininterrottamente dai primi anni trenta.

Ma assai prima di allora erano i precursori di questo partito a dare il la alla vita della Palestina ebraica. Essi agivano-, essi rappresentavano il « fatelo-da-voi » del sionismo. E nessuno impersonava tutto ciò meglio di David Ben Gurion.

Come politico Ben Gurion ha sempre avuto una fantastica capacità di avvertire in ogni singolo momento gli spostamenti dell'equilibrio del potere, impresa nient'affatto agevole nella mutevole scena del-Yjishuv ebraico. Seguendo la sua movimentata carriera si può tracciare la linea di sviluppo àzWjishuv dalla piccola comunità della Palestina turca al combattivo Israele della campagna del Sinai e dopo.

Secondo la leggenda Ben Gurion dopo il suo arrivo si fece manovale nel villaggio di Sejjera (Galilea meridionale), e quindi operaio nella cantina di Rishon-le-Zion. Questi dati di fatto sono stati contestati da contemporanei maligni, ma sull'individuazione del suo impegno fondamentale non c'è controversia: egli fu un politico di partito professionista, che svolse un ruolo notevole - anche se nient'affatto esclusivo e neppure principale - nella creazione dei gruppi politici ia cui fusione diede più tardi luogo al Mapai. Questi gruppi divennero ben presto la forza principale dello jishuv, trovandosi perciò ad esercitare un'in¬

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