visita alla sinagoga del Cairo, portando alla comunità ebraica egiziana i migliori auguri del governo egiziano.

Ma erano fenomeni di superficie; in profondità le cose si stavano muovendo, e la tensione aumentava. Il 17 settembre Londra annunciò che l'accordo con l'Egitto sullo sgombero della zona del canale era prossimo. Tre giorni dopo l'ambasciatore israeliano a Washington, Abba Eban, espresse a Dulles le preoccupazioni del suo governo per le forniture di armi americane all'Egitto. (Precedentemente nel corso dell'anno Dulles aveva visitato sia Israele che l'Egitto, recando a Naghib una pistola dal manico di madre-perla, dono personale del presidente Eisenhower. Il segretario di Stato americano sperava di persuadere l'Egitto a divenire la pietra angolare di una nuova alleanza militare dei paesi mediorientali, orientata in senso filoccidentale: un bastione contro i tentativi sovietici di introdursi nella regione.) Il 5 ottobre il Consiglio rivoluzionario egiziano si riunì in seduta segreta, senza Naghib, e nominò Abd-el-Nasser primoministro.

Otto giorni più tardi la stampa israeliana pubblicava la prima notizia sulle imminenti dimissioni di Ben Gurion. Nello stesso giorno in un villaggio israeliano venivano uccisi una donna e due bambini. Il 15 ottobre un'unità dell'esercito israeliano attaccò per rappresaglia il villaggio giordano di Kibieh, distruggendo quaranta case e uccidendo cinquanta persone: uomini, donne e bambini. Il massacro scosse il mondo, e i suoi contraccolpi si fecero sentire sul governo israeliano. Ne fu imputato il generale Moshe Dayan, allora il numero due dell'esercito, che aveva creato una speciale Unità 101 appunto per queste incursioni di rappresaglia. (Comandava tale unità Arik Sharon, destinato a divenire uno dei principali comandanti e della campagna del Sinai e della guerra dei sei giorni.) Il 6 dicembre Ben Gurion si dimise. Il

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