suo ultimo atto fu la nomina di Moshe Dayan a capo di Stato Maggiore dell'esercito israeliano, assicurandosi così che i tre posti-chiave - primo ministro, ministro della Difesa e capo di Stato Maggiore dell'esercito - fossero coperti da tre uomini - Sharett, Lavon e Dayan - che si detestavano reciprocamente.

Pinchas Lavon, divenuto improvvisamente ministro della Difesa, non aveva alcuna precedente esperienza di cose militari. Era noto principalmente per le sue brillanti qualità di polemista. Per anni era stato considerato una colomba; ora si trasformò in un istante nel falco più falco di tutti, deciso ad essere più ben-gurionista di Ben Gurion nella tempesta che per chiari segni stava avvicinandosi.

In un discorso del 30 ottobre 1953 Lavon deplorò gli esistenti accordi di armistizio, che descrisse come la mascheratura di un piano arabo mirante alla distruzione di Israele; e aggiunse che « Israele si considera parte integrante del Mondo Libero. La crisi attuale è causata da un profondo mutamento avvenuto - a danno di Israele - nella politica dell'amministrazione americana. Noi lo abbiamo avvertito già da molto tempo, ma ora sta venendo pienamente in luce ». A titolo d'esempio Lavon citò il fatto che un'« alta personalità americana che aveva visitato Israele di recente » (John Foster Dulles) era rimasta « profondamente perplessa davanti al progetto israeliano di fare immigrare nel paese tre o quattro milioni di ebrei nei prossimi dieci anni ». (Sinora, a quindici anni di distanza, ne sono arrivati meno di un milione, e le prospettive di un fenomeno immigratorio di vaste dimensioni nel futuro prevedibile sono assai scarse.)

Il 12 settembre si seppe a Londra che il governo israeliano aveva trasmesso numerose proposte alla Gran Bretagna. La nota di Tel Aviv prendeva posizione contro lo sgombero delle basi del canale di

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