Capitolo ottavo

MOSHE DAYAN: IL LUPO SOLITARIO

Moshe Dayan è l'uomo che nel 1954 giuocò un ruolo di importanza costantemente crescente, portò la diretta responsabilità dell'attacco di Gaza e delle successive incursioni di rappresaglia, guidò l'esercito nella guerra del Sinai e tornò ad emergere - dopo alcuni anni di relativa oscurità - alla vigilia dell'ultima guerra. Mette conto di studiare la vita e la carriera di Dayan, non soltanto per l'influenza da lui esercitata sulla politica israeliana, ma perché -• cosa ancora più importante - lo stesso Dayan è un prodotto perfetto della storia del sionismo.

Dayan è un sabra, cioè un ebreo nato in Palestina (la denominazione deriva dal fatto che gli israeliani di nascita si pretendono, come il fico d'india, spinosi al di fuori e dolci dentro). Secondo un'altra leggenda i sabra sono uomini semplici, diritti, privi di complessi; e Dayan è solitamente considerato appunto un uomo di questo tipo. Nulla potrebbe essere meno vero, giacché è difficile immaginare una personalità più complicata della sua. Moshe è uomo ricco di contraddizioni.

Il suo contrassegno principale, la benda nera sull'occhio che lo rende facilmente riconoscibile, è già

144