tono contraddizioni interne. La principale caratteristica che ha fatto di Dayan un eroe nazionale nei giorni tormentosi che hanno preceduto l'ultima guerra è la sua capacità di prendere decisioni senza riluttanze o tentazioni di rinvio. Il pubblico lo voleva perché sembrava l'opposto di Eshkol, su cui circolava la seguente storiella: richiesto dal cameriere se desiderava caffè o tè, Eshkol dapprima esita e poi risponde: « Metà e metà ». Il vero Dayan non assomiglia alla sua immagine pubblica. È vero che decide rapidamente, ma spesso il giorno dopo un'altra rapida decisione contraddice la precedente. Le sue decisioni formano un mosaico di indecisione, un insieme incoerente forse peggiore della tendenza a rinviare i problemi. Durante gli ultimi mesi la gente s'è assuefatta al fenomeno. Dayan era stato contrario ad attaccare militarmente la Città Vecchia di Gerusalemme; ma quando fu messo in minoranza nel governo fu il primo a farsi fotografare accanto al Muro del pianto. Subito dopo la guerra ordinò la distruzione della città di Kalkiliah e l'invio forzato dei suoi abitanti in Transgiordania, ma una settimana più tardi dette personalmente il benvenuto a questa stessa gente, che tornava in ciò che era rimasto della città. Durante le prime settimane successive alla guerra ognuna delle sue numerose dichiarazioni politiche sul futuro dei territori occupati contraddiceva puntualmente la precedente, arrivando ad irritare anche i suoi ammiratori.

Altro tratto che lo rende caro al pubblico è la sua apparente tendenza a parlare col cuore in mano, a dire alla gente esattamente quello che pensa, senza preoccuparsi diplomaticamente di indorare la pillola. È un tratto militaresco, e in verità Dayan parla in modo limpido e netto, detesta le esagerazioni e va sempre diritto al punto nel più breve tempo possibile. Sfortunatamente tutto ciò non • ha nulla a che fare

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