l'altro, tutti i generali si tirano indietro. Solo uno accetta, ed è Moshe Dayan ». Dopo un minuto di riflessione, Sadek aggiunse: « E se occorresse arrestare Dayan, mi offrirei io ».

Possiede Dayan un'ideologia definita? Sembrerebbe di no. Eppure nessun uomo - soprattutto

nessun uomo politico - è davvero privo di una prospettiva ideologica, magari inconsapevole.

Dayan non è un intellettuale; si può forse dire anzi che ha atteggiamenti antintellettualistici. Di rado legge un libro; la sua cultura è minima e di raggio ristretto. I suoi discorsi ed articoli, sempre precisi, sono però superficiali, senza profondità di pensiero né ampiezza di prospettive; anche se interessanti, non lasciano il segno, e di rado aprono nuovi orizzonti. Per gli intellettuali non ha che disprezzo, giacché considera il pensiero astratto come un segno di debolezza. Una volta, accusato di agire senza riflettere, replicò ch'è assai meglio che chiacchierare senza agire. Anche il suo unico hobby, il lavoro di scavo archeologico, non ha nulla di intellettuale, essendo piuttosto il passatempo di un uomo solitario che se ne va a scavare - sempre solo per lunghe ore - e più tardi, a casa, spende altre lunghe ore - di nuovo in solitudine - a rimettere insieme i pezzi. L'archeologia è certo un'occupazione di alto valore culturale quando ha a che fare con la ricostruzione di un ambiente storico; non lo è invece quando si riduce allo scavare, alla mera caccia di oggetti.

Un uomo senza interesse per le idee, e che disprezza i consiglieri che potrebbero fornirgliele, non è in grado di tener fede a una qualsiasi ideologia definita, e questa è una delle ragioni della strada a zigzag che Dayan sembra seguire. Non disponendo di alcun gruppo organizzato di consiglieri e di assistenti, ed essendo privo di una qualsiasi solida struttura di pensiero, Dayan è incapace di costituire un

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