nelle sue stesse origini, rende possibile un approccio completamente diverso da quello del passato al problema dei rapporti arabo-israeliani. Sfortunatamente la cosa non è ancora chiara a nessuno dei due campi. È comune esperienza storica che la sovrastruttura ideologica di una società (ciò che i francesi chiamano mystique) prolunga per solito la sua esistenza assai al di là del momento in cui la realtà che le faceva da base scompare, creando con ciò la necessità di una nuova ideologia.

Un'ideologia non è un insieme di idee che si possano modificare facilmente, ma è una realtà legata a precisi interessi costituiti, a vari livelli. Vive nei libri di testo delle scuole e nella mentalità di generazioni di insegnanti, modellando per questa via le menti di ragazzi e ragazze pur nati in una realtà nuova. Le istituzioni della società (con le loro folle di funzionari) e le attività economiche poggiano su un'ideologia. I partiti politici che si battono per i vantaggi del potere politico perpetuano le dottrine da cui furono segnate le loro origini (questo è particolarmente vero in Israele, giacché tutti i suoi partiti politici furono fondati in Europa addirittura prima che i loro leader si trasferissero nel paese). È naturale che un regime politico che ha guidato il sionismo nel suo periodo eroico non sia disposto ad abbandonare il potere né volontariamente né facilmente. La sovrastruttura ideologico-politica sionista esercita quindi ancora un'immensa influenza in Israele. La creazione dello Stato non ha inciso su questa situazione, giacché ha in realtà modificato ben poco l'assetto e il personale politico espressi dalla classe dirigente del paese. Rispondere ad una domanda come « È Israele uno Stato sionista? » è perciò assai arduo.

Per molti giovani israeliani il termine ‘ sionismo ' ha una coloritura negativa; nello slang dei sabra

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