« parlare di sionismo » significa dire sciocchezze, usare slogan altisonanti privi di ogni contenuto preciso. La mentalità sabra è concreta, congenitamente pragmatica, e giudica da tempo evidente che alcuni dei concetti fondamentali del sionismo non hanno retto la prova del tempo. Ma gli stessi sabra rimangono inconsapevolmente attaccati a quelle idee sioniste di cui pur conoscono il fallimento storico.

I concetti fondamentali del sionismo possono essere definiti come segue: 1) tutti gli ebrei del

mondo costituiscono una (e una sola) nazione; 2) Israele è uno Stato ebraico, creato dagli ebrei per gli ebrei di tutto il mondo; 3) la dispersione degli ebrei è una condizione temporanea, e prima o dopo tutti gli ebrei verranno in Israele, spintivi, non foss'altro, dalla inevitabile persecuzione antisemitica; 4) la Riunificazione di questi esuli è la « ragion d'essere » di Israele, lo scopo fondamentale cui tutti gli altri obiettivi debbono subordinarsi. In Israele tale dottrina è insegnata nelle scuole, esposta nei discorsi dei politici e sulla stampa; in una parola, è l'essenza del regime esistente.

E tuttavia nulla potrebbe essere più lontano dal pensiero e dagli atteggiamenti dei giovani israeliani. In loro si incarna una prospettiva diversa: quella di un puro e semplice nazionalismo israeliano, talvolta moderato e talaltra estremistico, ma sempre un nazionalismo sostanzialmente identico ad ogni altro, legato alle fortune dello Stato d'Israele, al suo territorio, alla sua lingua, alla sua cultura e al suo esercito.

Questi due differenti ideali possono coesistere soltanto perché lo scarto che li separa raramente acquista evidenza. Ma si tratta di uno scarto effettivo, che ha una profonda anche se velata influenza sulla vita di tutti i giorni.

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