non ha modificato una virgola della sua ideologia ufficiale, e nel medesimo periodo ha conservato immutata la sua percentuale di voti (circa il quindici per cento).

Quarant'anni fa un partito sionista non assomigliava a nessun altro partito al mondo. E non poteva essere diversamente. Il suo compito principale non era la propaganda in una circoscrizione elettorale esistente, ma piuttosto la creazione di una tale circo-scrizione. Nel caso tipico, esso aveva il suo centro da qualche parte in Polonia, dove reclutava i suoi membri e cercava di persuaderne il numero maggiore possibile ad andare in Palestina. Per aiutarli ad emigrare il partito raccoglieva denaro in tutta l'Europa e negli Stati Uniti, costituendo a questo scopo una propria organizzazione finanziaria. Inoltre per aiutare i suoi membri a sistemarsi in Israele creava qui un'altra organizzazione, che si occupava dell'alloggio, dell'assicurazione contro le malattie, dell'istruzione e del reperimento di posti di lavoro. Quarant'anni fa tale tipico partito sionista presentava alcune caratteristiche che erano il prodotto diretto di questa situazione. I suoi dirigenti vivevano in maggioranza all'estero. La sua ideologia aveva origini europee, ed aveva scarsi collegamenti con la realtà palestinese. In particolare, il problema arabo vi era totalmente ignorato. Esso era controllato dal compattissimo gruppo dei fondatori, che a loro volta controllavano un apparato finanziario (di crescente importanza) che operava in Palestina ma aveva le sue basi all'estero. In breve, era il partito ad avere un potere di controllo sui suoi membri, piuttosto che ricevere da questi le direttive.

Lo Stato non esisteva. Per far applicare le sue norme e direttive, la leadership sionista non disponeva di alcuno dei mezzi consueti: nessuna forza di polizia, nessun carcere. Ma aveva i partiti e le loro

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