ciarlatani hanno ricevuto dal governo, tra sovvenzioni e prestiti, una cifra largamente superiore all'ammontare globale del loro investimento nelle imprese. Ma ogni attività dipende da una qualche forma di appoggio o di intervento del governo, il quale concede o ritira il suo favore senza alcun criterio obiettivo, e in modo inappellabile.

Un tale capriccioso sistema ha una spiegazione. Durante i primi anni di vita dello Stato fluivano in esso da una parte grandi quantità di denaro e dall'altra centinaia di migliaia di immigranti, cui occorreva trovare celermente lavoro. Furono create fabbriche in modo disordinato, generalmente senza fare molta attenzione alle loro possibilità di profitto, e non tutti gli investimenti effettuati allora si sono dimostrati fondati. Vaste sezioni del sistema economico continuano a dipendere dai sussidi amministrati dal governo, cui questa situazione conferisce poteri d'intervento decisivi.

I partiti politici che controllano il governo partecipano all'esercizio di questo potere economico; il Mapai si attribuisce la parte del leone, ma anche gli altri hanno le loro quote. Se un partito è ben orga-* nizzato, utilizzerà i benefici ricevuti dal governo, dall'Agenzia ebraica, dalle municipalità e dall'Hista-drut, nonché i profitti ricavati dalle proprie attività economiche, al fine di guadagnar voti con i mezzi di una propaganda ben finanziata e del procacciamento dei posti di lavoro. Se consegue una vittoria elettorale - che significa accrescere di poche unità il numero dei propri seggi parlamentari - esso può contrattare questo vantaggio, in sede di formazione della coalizione di governo, contro nuovi benefici economici. È un altro circolo.

Al centro della struttura di potere sta il Mapai, che controlla i ministeri più importanti, le altre funzioni-chiave dello Stato (dalla presidenza di Israele

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