È piuttosto paradossale che una questione del genere sia sollevata dai sionisti, cui sino a poco tempo fa veniva gettato in faccia lo stesso argomento. Erano' gli ebrei una nazione? E anche limitandosi alla comunità ebraica palestinese, costituiva essa una vera nazione, meritante una propria organizzazione statale? Ricordo quesiti analoghi sollevati da propagandisti e generali francesi durante la guerra per la liberazione dell'Algeria (nel corso della quale io parteggiai per il Fin). Molti francesi mi spiegarono a Parigi che una nazione algerina puramente e semplicemente non esisteva, che uno Stato arabo-algerino unificato non era mai esistito.

Per gli arabi palestinesi vale la stessa risposta che la storia ha già dato per gli ebrei palestinesi e gli algerini: un popolo che crede di costituire una nazione diventa con ciò stesso una nazione. Questo è l'unico criterio possibile. Se un popolo aspira a uno Stato proprio, lo vuole energicamente e lotta per conquistarlo, ebbene, esso lo merita. Che un tale Stato sia esistito o no in precedenza, che abbia o non abbia una storia, è questione del tutto irrilevante. Già oggi la nazione palestinese ha una vita più vigorosa di molte delle nazioni rappresentate all'Onu. I suoi diritti a uno Stato proprio non possono costituire materia di legittimo dibattito a New York o a Parigi: è a Nablus, Ramallah e Gaza eh'essa deve fare le sue prove. E nessuno che visiti queste città e parli liberamente con i loro abitanti può fare a meno di restare impressionato dalla intensità del nazionalismo palestinese, dalla persuasione profonda mostrata da persone di tutte le età quando vi rispondono con nettezza: « Noi non siamo né giordani né egiziani. Siamo palestinesi. Il nostro paese è Filasteen, e come palestinesi facciamo parte del mondo arabo ».

Io sono persuaso che la forza del nazionalismo costituisce uno dei fattori fondamentali della storia

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