felicemente per sempre, e che perciò il progetto di spartizione era insieme concretamente attuabile ed umano. È certo che in quel periodo la leadership sionista non pianificò né incoraggiò la fuga degli arabi.

La seconda fase durò sino alla metà del maggio 1948. Ambedue le parti consolidarono le forze combattenti. Gli arabi si raccolsero intorno a dei capi militari regionali, che crearono un abbozzo di organizzazione. L'esercito dell'Haganah divenne una forza regolare, operante sulla base di piani di azione particolareggiati. I combattimenti si svolgevano principalmente lungo le vie di comunicazione che congiungevano le zone di colonizzazione ebraica, e nel loro corso andò prendendo forma un'area più o meno continua saldamente controllata dall'Haganah. Fu durante questa fase che la maggior parte delle città più importanti passò nelle mani dell'esercito ebraico. A quel che pare, in questo periodo la leadership sionista fu divisa sulla politica da seguire. È probabile che alcuni avessero maturato la conclusione che un esodo massiccio degli arabi sarebbe stato una buona cosa; e tuttavia in qualche caso - ad esempio ad Haifa - i capi ebrei tentarono di persuadere gli arabi a rimanere nella zona conquistata. In generale, sembra si possa dire che la popolazione araba fu incoraggiata ad abbandonare città e villaggi sia dai propri capi che dall'esercito ebraico.

In questo periodo si situa - all'alba del 10 aprile 1948 - il famoso massacro di Deir Yassin. Questo piccolo villaggio arabo vicino a Gerusalemme fu occupato, dopo una battaglia notturna, da un'unità dell'Irgun. (Le forze dell'Irgun, di cui era già in corso l'assorbimento nell'esercito dell'Haganah, operavano allora agli ordini del comando generale del-l'Haganah.) Tutti gli abitanti del villaggio che non erano fuggiti - uomini, donne e bambini - furono

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