L'obiettivo principale di Hussein era la riconquista della Cisgiordania. Ma egli sapeva di non potere raggiungerlo senza una sistemazione del problema palestinese, e che tale sistemazione era impossibile senza l'assenso di Nasser. Questo assenso gli fu dato. Secondo fonti sicure, Nasser gli avrebbe detto:

« Fate quello che volete. Ma se rinunciate a Gerusalemme, la storia non vi perdonerà mai ».

Nel corso di questo mese Hussein s'è recato a Londra, dove ha avuto conversazioni segrete con diverse personalità israeliane, tra cui Abba Eban e il dr. Jacob Herzog, fratello del generale e principale consigliere politico di Levi Eshkol. Durante i colloqui il re affermò di essere pronto ad iniziare a New York. negoziati ufficiali con Israele se gli israeliani rinunciavano ad ogni annessione. In compenso lui, Hussein, avrebbe accettato qualche piccola rettifica di frontiera e lo statuto speciale che gli israeliani riservavano agli arabi di Gerusalemme, al fine di mantenere l'unificazione della città.

Per qualche ora Eban fu tentato da queste proposte. Ma Eshkol gli fece capire chiaramente che nessun membro del gabinetto era disposto a rinunciare alle annessioni. Ed Eban, che non è uomo da lottare per difendere una posizione, di qualunque cosa si tratti, cedette. In seguito il ministro degli Esteri s'è collocato decisamente nel campo dei « falchi », facendo mostra di uno zelo attivistico superiore a quello dei più popolari tra i suoi colleghi.

Ma Plussein da parte sua stava preparando la sua grande offensiva di pace americana, che avrebbe lanciato nell'aprile 1969.

Il compito di Nasser era più difficile. Una sistemazione del conflitto gli era necessaria più che a chiunque altro. La presenza israeliana sul canale di Suez costituiva un ricordo umiliante della disfatta.

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