la guerriglia palestinese apra il Medio Oriente all'influenza cinese. La cosa non è affatto impossibile. Dopo tutto sono l'umiliazione e il desiderio di rivincita arabi che hanno aperto le porte del Mediterraneo e del Medio Oriente alla Russia sovietica, e gli stessi fattori potrebbero giocare a favore della Cina.

Occorre segnalare qui un fatto importante: nell'aprile 1969 un autorevole giornale sovietico attaccò apertamente al Fath, accusandolo di voler far tornare indietro la storia. Pur dichiarando la propria simpatia per l'organizzazione in quanto forza di resistenza, l'autore dell'articolo deplorava i suoi metodi e biasimava la sua intenzione di arrivare alla distruzione di Israele. Egli riaffermava, in uno spirito che ricorda quello dell'appoggio sovietico alla creazione di Israele (1947), che ebrei e arabi non possono ormai più convivere all'interno di un unico Stato.

La collaborazione delle due superpotenze nell'area mediorientale è una delle forme in cui si manifesta la recente alleanza russo-americana in funzione della lotta contro il nemico comune: la Cina.

Il nuovo teorico di questa politica di collaborazione si chiama Charles Yost. Sino alla sua nomina - recente - a capo della delegazione americana alle Nazioni Unite, Yost era sconosciuto al grosso pubblico. In qualità di membro del gabinetto Nixon egli dirige l'organismo ben noto sotto il nome di Consiglio delle quattro potenze (che in effetti si riducono a due), il quale si sforza di imporre una sistemazione di pace a arabi e israeliani.

A Washington Joseph Sisco, assistente segretario di Stato, asseconda Yost in questo lavoro di cooperazione tra le due superpotenze. Sisco è una forte personalità: se Yost è l'intellettuale, il lottatore è lui.

Gli elementi di tale sistemazione sono definiti nella famosa risoluzione del Consiglio di sicurezza.

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