avendo alcun programma né politico né sociale, essi riescono ad attrarre gli elettori esclusivamente per la loro dimensione religiosa. Costituiscono un gruppo di pressione che concede il suo appoggio ad una maggioranza di governo - quale che essa sia - soltanto in cambio di provvedimenti legislativi clericali. In grazia di ciò delle minoranze religiose sono in grado di fare approvare, in seguito a ripetute trattative, una quantità di leggi religiose che vengono costrittivamente imposte ad una grande maggioranza non-religiosa.

Il maggiore dei tre è il Partito religioso nazionale. Esso è sionista per tradizione. Dalla creazione dello Stato d'Israele in poi lo si ritrova regolarmente in tutte le formazioni governative, e ottiene sempre un gran numero di posti-chiave. Domina il

rabbinato e i tribunali religiosi (la cui giurisdizione si estende a vasti settori), e manipola un'enorme clientela.

L'Agudath Israel (Associazione d'Israele) è composta da fanatici ortodossi ed estremisti, i quali reclamano che la legge religiosa sia applicata alla lettera. Questo partito, creato originariamente per combattere gli obiettivi sionisti, è diventato in realtà un gruppo sionista, che appoggia il governo in tutti i campi ma difende ferocemente la propria giurisdizione in materia di divieto delle autopsie e rispetto assoluto del sabato. Dal punto di vista sociale tende a destra.

Proprio a causa del suo atteggiamento conservatore, il partito è stato abbandonato da una corrente moderata, che ha fondato un'organizzazione chiamata Lavoratori di Agudath Israel. In materia religiosa quest'ultima è altrettanto estremista del partito da cui proviene, ma porta un interesse maggiore alle riforme e si avvantaggia delle coalizioni governative.

Infine c'è il gruppo nato intorno alla rivista

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