Capitolo quarto

VECCHI EBREI E GIOVANI TURCHI

Un vecchio film sulle prime lotte delle ferrovie americane mostra, in una sequenza memorabile, due treni occupati dai mercenari di due capibanda rivali che cominciano a muoversi, sullo stesso binario, in senso opposto l'uno all'altro, diretti verso la collisione finale. In Palestina stava accadendo qualcosa di simile. Mentre in Europa orientale i primi profeti del sionismo scrivevano i loro libri, i poeti e i giovani intellettuali arabi accarezzavano il loro proprio sogno: il sogno delle nazioni arabe che si risvegliano e risorgono, si scrollano di dosso il giogo dell'« abominevole turco » e restaurano le glorie del passato.

Nel 1862 un ebreo a nome Moses Hess scrisse un libro intitolato Roma e Gerusalemme, un incunabulo del sionismo. Sei anni più tardi, nel 1868, in un'assemblea segreta della cosiddetta Società scientifica siriana, il poeta arabo Ibrahim Yazeji lanciava l'esortazione: « Sorgete, o arabi, e svegliatevi! ». Nel 1880 sui muri di Beirut apparvero manifesti rivoluzionari che chiedevano l'indipendenza per la Siria (compresa la Palestina) e portavano il seguente slogan: « Con la spada è possibile rag¬

giungere scopi lontani; adoperatela se volete riu-

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