Acri nel 1291. Nel corso di questi centonovantadue anni, nonostante le numerose tregue e armistizi, i crociati non conobbero neppure un giorno di vera pace. Sotto questo profilo l'analogia con Israele è completa. In effetti, quando penso alla guerra del 1967, scatenatasi in modo così improvviso e inatteso, mi torna in mente una storia dell'epoca delle crociate che mi è sempre apparsa come il simbolo stesso dell'esistenza del regno di Gerusalemme. Nell'anno 1183, solo quattro anni prima che gli eserciti del regno venissero annientati da Saladino ai Corni di Hattin, una piccola collina che domina il lago di Tiberiade, un matrimonio fu celebrato nel castello di Kerak, le cui rovine oggi guardano da est il Mar Morto. Il signore del castello, il famoso Rinaldo, signore d'Oltregiordano e leader del partito bellicista, presiedeva alle nozze di un gentiluomo diciassettenne con una principessa undicenne. Da tutti gli immensi territori degli Stati crociati, stendentisi dalla Siria settentrionale ai confini dell'Egitto, baroni e nobildonne accorsero all'evento. Alcuni dovettero cavalcare per non meno di due settimane, trasportando con sé le proprie armature, senza le quali era inconcepibile vivere. I festeggiamenti erano in pieno svolgimento quando l'esercito musulmano al comando di Saladino sembrò materializzarsi improvvisamente dal deserto e piombò sulla città. Prima che i crociati potessero schierarsi a difesa Saladino riuscì a forzare un'entrata. Rinaldo riuscì a riparare nel castello soltanto grazie all'eroismo di uno dei suoi cavalieri, che difese da solo il ponte sul fossato tra la città e la cittadella, finché lo si potè distruggere alle sue spalle.
Così Runciman descrive la scena:
Con una bella dimostrazione di coraggio, nel forte continuarono i festeggiamenti per il matrimonio, e mentre venivano scagliati sassi contro le mura, aU'interno