Plonsk, il suo luogo natale, è una piccola città non lontana da Varsavia. In ebraico questo nome suona così buffo da aver dato origine in Israele a innumerevoli scherzi e parodie (di alcuni dei quali mi confesso immodestamente autore).
Per un ragazzo ebreo nato a Plonsk nel 1886, sotto il dominio zarista, la gamma delle possibilità era piuttosto ristretta. Uno che fosse ambizioso, ribelle e idealista poteva divenire bolscevico, o aderire al Bund
0 al sionismo.
I bolscevichi credevano che la grande rivoluzione comunista l'avrebbe fatta finita con l'antisemitismo e
1 pogromi-, gli ebrei dovevano dimenticare di essere ebrei, trattandosi di nulla più che una sciocchezza borghese. Per suo conto il Bund (Arbeiter-Bund, o Lega operaia in tedesco e yiddish) era formato da socialisti i quali credevano che gli ebrei dovessero, conservando la propria identità, combattere in quanto tali per una nuova società socialista e democratica nelle loro varie patrie europee, risolvendo così la questione ebraica una volta per tutte. I sionisti predicavano un vangelo diverso. Secondo loro non c'era posto per gli ebrei se non in Palestina. Andava benissimo essere socialisti, ma soltanto nella loro propria patria storica. Né il comuniSmo né la socialdemocrazia sarebbero riusciti a eliminare l'antisemitismo, giacché secondo la dottrina sionista esso era il risultato fatale dell'esistenza stessa degli ebrei come gruppo minoritario.
Queste tre dottrine erano quindi reciprocamente incompatibili, e la lotta tra loro era dura, vieppiù inasprita dall'intensa concorrenza che si facevano. Nella Russia zarista i giovani ebrei erano le migliori reclute possibili per ogni movimento rivoluzionario, e chi diveniva sionista era perduto per il bolscevismo, e viceversa. Perciò l'ostilità sviluppatasi tra que¬