chiunque abbia frequentato una scuola israeliana - un libro di oggi: non un libro di religione, letteratura o storia antica, ma un libro di intenso interesse attuale, un breviario - consapevolmente o no - per affrontare i problemi più immediati. Gente come Ben Gurion non sapeva né si preoccupava di ciò che era successo in Palestina dopo l'ultima ribellione ebraica, avvenuta nel primo secolo sotto Bar Kocheba. La vittoria dell'Islam, le crociate, l'invasione mongola, le battaglie di Ibrahim Pascià e dei vari capi locali contro il dominio ottomano: tutto ciò appariva, con tutte le rovine e le tracce profonde che si era lasciato appresso, come un'interruzione irrilevante - e persino illegittima - nella storia di Eretz-Israel, la Terra di Israele. La storia insegnata oggi nella scuola israeliana ha ben poco a che fare con questi avvenimenti; essa segue la vicenda del popolo ebraico (vista con gli occhi del sionismo) da quando lascia la Palestina dopo la distruzione del Tempio a quando vi ritorna con la prima aliyah. Più tardi Ben Gurion parteciperà attivamente all'eliminazione di tutte le denominazioni collegate con la storia palestinese nonebraica, persino nelle loro trascrizioni in lingue straniere. Così i visitatori dell'Israele odierno vedono segnali stradali in lingua inglese che recano ‘ Yaffo ' in luogo di ‘ Jaffa ', ‘ Lod ' in luogo di ‘ Lydda ', ‘ Tsfad ' in luogo di ‘ Safed ', tutti nomi radicati nella coscienza europea sin dalle crociate, o addirittura dai primi tempi della cristianità.

Nel 1905 Giaffa (non ancora ‘ Yaffo ') era una pittoresca città orientale. Tutti coloro che amavano l'Oriente non potevano che trovarla incantevole. Il porto ospitava soltanto piccoli battelli da pesca. I passeggeri in arrivo dall'estero venivano trasferiti, a qualche centinaio di yarde dalla riva, in piccole barche, alla cui manovra stavano arabi muscolosi che scansavano abilmente i pericoli degli scogli e parla¬

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