in anno, presiedeva all'insediamento dei nuovi kib-buzim e moshavim, comandava la Haganah, costituiva proprie attività economiche e organismi cooperativi, controllava il mercato del lavoro. Inoltre creò il Fondo malattie, che deteneva una posizione di quasi-monopolio sui medicinali, ed era responsabile di una parte del sistema scolastico autonomo ebraico. Come segretario generale dell'Histadrut, Ben Gurion occupava il centro stesso del potere, anche se non ne era certo il solo capo. Molti dei suoi colleghi nel gruppo dirigente del movimento dei lavoratori lo giudicavano troppo impulsivo ed estremista, ma in effetti egli aveva in mano gli strumenti pratici del potere. La politica ufficiale - ad esempio i rapporti con il governo inglese - la lasciava agli altri ritenendo - del tutto fondatamente - che si trattava di una attività assai meno importante della creazione delle cellule del potere ebraico effettivo, quello Stato-nello-Stato che i sionisti stessi chiamavano lo « Stato-in-cammino ». Questo Stato-in-cammino era naturalmente ebraico al cento per cento, e fatalmente vincolato alla lotta per la « manodopera ebraica » e la « terra ebraica ». In questa lotta Ben Gurion si distinse, organizzando scioperi contro i coltivatori di arance che osavano impiegare lavoratori arabi. Si può anzi dire che la sua fama crescente di combattente per la « manodopera ebraica » costituisse la base della sua sempre più vasta popolarità. È facile trovare nei suoi discorsi passi che menzionano la necessità di mostrare una certa comprensione per gli arabi, e persino l'esigenza di un certo rapporto con i lavoratori arabi (Ben Gurion è sempre stato oratore e scrittore prolifico - se non eccellente - e chiunque può agevolmente rintracciare nei suoi discorsi e scritti elementi a sostegno dei più diversi punti di vista). Ma dichiarazioni di questo tipo hanno scarsa, o piuttosto nessuna, importanza a confronto con le sue azioni,

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