ragazzo ebreo, dipingeva la vita degli ebrei nell'Europa orientale come spregevole, e bollava indiscriminatamente la tradizione e il folklore del ghetto come espressione di vigliaccheria, disonestà e parassitismo. (A causa di ciò i sabra israeliani si considerano largamente superiori agli ebrei della Diaspora, e li trattano nel migliore dei casi con un atteggiamento paternalistico, di tipo quasi coloniale.) Ora, con le notizie dell'Olocausto, i vecchi sionisti d'Israele sentirono colpa e rimorso, e la gioventù trascorsa nei ghetti, secondo un modo di vita cosi crudelmente distrutto" riapparve loro come splendida, sana ed armoniosa. La religione ebraica tornò ad essere rispettabile.
Tutto ciò produsse un'ondata di sentimento nazionalistico. Lo Stato doveva arrivare, e subito. I dissidenti intensificarono le loro azioni di guerriglia contro gl'inglesi, e la Haganah oscillava tra un atteggiamento di collaborazione e uno di denuncia e di persecuzione. La Haganah rilevò l'organizzazione dell'immigrazione illegale, precedentemente avviata da Jabotinsky, conferendo al fenomeno una dimensione drammatica. I valorosi che con il loro carico di umana miseria forzarono il blocco (vicenda sventuratamente manipolata secondo schemi hollywoodiani dall 'Exodus di Leon Uris) scossero la coscienza del mondo. Divenne chiaro alla Gran Bretagna che non poteva mantenere il controllo sulla Palestina se non a un prezzo assai alto, che non valeva la pena di pagare in un momento in cui una nuova strategia per l'impero' sembrava togliere importanza alla regione.
Quando alla metà degli anni quaranta il ritiro inglese dalla Palestina cominciò a diventare probabile, il problema arabo si trovò per la prima volta - e improvvisamente - a dominare l'orizzonte israeliano. Ben Gurion fu uno dei primi ad accorgersene. Proprio in quel periodo, e di nuovo in grazia di una morte, la sua carriera raggiungeva un'al¬