esercito, nel quale si urtavano la tradizione della Haganah clandestina e quella dell'esercito britannico (nella quale alcuni dei comandanti erano stati addestrati). Ben Gurion appoggiava la scuola inglese, e ne derivò che alla fine della guerra molti dei comandanti vittoriosi sul campo lasciarono l'esercito.

Un'altra controversia - che ebbe conseguenze più rilevanti - riguardava la strategia generale. Tra le convinzioni più profonde di Ben Gurion era quella per cui Israele non doveva a nessun costo entrare in conflitto con una potenza occidentale. Ciò era perfettamente in linea con la politica sionista tradizionale, poggiante sulla persuasione che nella sua lotta con gli arabi Israele doveva avere il sostegno di almeno una potenza occidentale. Così Ben Gurion si •comportò cautamente sul fronte orientale, contenendo le sue azioni contro l'esercito giordano, comandato da ufficiali inglesi. E anche se fece molto per mantenere aperta la strada tra il grosso del territorio israeliano e Gerusalemme (arrivando a precipitare una brigata, contro il parere dello Stato Maggiore, nella disastrosa battaglia di Latrun), egli lasciò al comando del settore di Gerusalemme il peggiore generale dell'esercito, e non compì alcun tentativo di conquistare la Città Vecchia. Molta gente (compreso il brillante Israel Baer, che scrisse un libro in prigione prima di morirvi come condannato per spionaggio a favore dell'Unione Sovietica) pensa che Ben Gurion non voleva contrastare i protettori inglesi della Transgiordania. Sta di fatto che durante tutta la guerra egli condusse negoziati con quel-l'astuto capo del deserto che era il re di Transgiordania ‘Abdallah. Da un punto di vista strettamente militare, è lecito ritenere che Israele avrebbe potuto •conquistare la Cisgiordania già nel 1948.

Le dispute ebbero il loro culmine agli inizi del 1949, quando alcuni battaglioni israeliani al comando

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