colo vizioso che domina le relazioni arabo-israeliane.
In effetti il periodo in questione cominciò nella seconda metà del 1953 con il volontario esilio di Ben Gurion, e terminò con il massiccio attacco portato l'ultima notte del febbraio 1955 da reparti di paracadutisti israeliani contro l'accampamento dell'esercito egiziano a Gaza.
Il 19 luglio 1953 comparve sui giornali un trafiletto che non destò grande interesse. Esso informava che Ben Gurion lasciava provvisoriamente l'attività di governo, e aveva nominato il ministro degli Esteri Moshe Sharett primo ministro facente funzione e il ministro Pinchas Lavon ministro della Difesa facente funzione. Nessuno immaginava che la vacanza di Ben Gurion sarebbe durata ben cinque mesi, e che in seguito egli si sarebbe dimesso dal gabinetto.
Ben Gurion aveva detto personalmente agli amici che aveva bisogno di un periodo di riposo per recuperare le energie, e che stava per recarsi nella lontana colonia di Sde Boker, nel deserto del Negev, a badare alle pecore e a meditare. La cosa fu riferita con il debito entusiasmo dalla stampa americana. Ma la vera ragione del comportamento di Ben Gurion era alquanto diversa: in effetti era avvenuto che Ben Gurion si era trovato improvvisamente in minoranza nel proprio governo. Egli aveva invocato una nuova fase politica aggressiva nei confronti dell'Egitto; ma il gabinetto, composto in maggioranza da moderati come Sharett, sconfessò il primo ministro. Ben Gurion se ne andava quindi disgustato, e convinto che sarebbe stato richiamato molto presto, non appena il gabinetto, privato del suo consiglio, avesse combinato qualche guaio. Egli era uno dei molti israeliani che credevano all'indispensabilità di Ben Gurion.
La catena di avvenimenti che aveva indotto Ben