rezza di Israele; 4) che la superiorità militare israeliana sugli Stati arabi è essenziale per la stessa esistenza dello Stato d'Israele. Tutte queste convinzioni fanno parte del circolo vizioso, ne sono causate e a loro volta lo rafforzano.
Ma guardando le cose retrospettivamente, è lecito chiedersi se le valutazioni su Nasser non fossero per caso sbagliate.
Molto tempo prima che Nasser venisse scoperto da « Time », io ricevetti l'invito a bere una tazza di caffè arabo da un amico, Yerucham Cohen, un intelligente ex ufficiale della Haganah di origini yemenite. Yerucham, a quell'epoca studente all'università ebraica, viveva a Gerusalemme in una stanzetta in cima a un palazzo di sette piani sprovvisto di ascensore. Mi aveva fatto venire per consigliarmi di lasciar perdere Naghib e gli altri giovani ufficiali del Consiglio rivoluzionario egiziano per concentrare l'attenzione su Abd-el-Nasser. Disse Yerucham: « È lui l'uomo da sorvegliare. Sono certo che è quello che conta ».
Gli chiesi perché. « Mi è capitato di conoscerlo », rispose. E mi raccontò la seguente incredibile storia. Durante la guerra di liberazione del 1948 Yerucham Cohen era stato l'aiutante del generale Yigal Allon, capo del comando israeliano meridionale. Dopo che avevamo tagliato fuori e accerchiato la brigata egiziana nella cosiddetta sacca di Faluga, Yerucham fu mandato con la bandiera bianca a parlamentare con il comando egiziano. L'obiettivo ufficiale era il raggiungimento di un accordo per il seppellimento di un centinaio di nostri soldati rimasti uccisi dietro le linee egiziane durante un attacco notturno, ma lo scopo reale della missione era accertare le possibilità di una resa egiziana. Il comandante egiziano, un enorme generale sudanese noto come « La Tigre ne¬