padre, Shmuel Dayan, di cui ha preso il posto alla Kenesset. Quando ultimamente il padre s'è risposato, il distacco di Moshe da lui si è fatto ancora più accentuato.
Il ragazzo Moshe, cresciuto nel villaggio cooperativo di Nahalal all'ombra della madre, era gentile e sensibile. Fotografie scattate quando aveva tre anni mostrano un volto dolce e rotondo, con l'occhio sinistro leggermente più piccolo del destro, che è un tratto ereditario nella famiglia Dayan. È il volto di un ragazzo che in una società diversa sarebbe diventato un uomo di sentimenti: forse un attore, forse un poeta. (Ed effettivamente Dayan ha scritto poesie sino ad un'età notevolmente avanzata: poesie non eccellenti, ma neppure troppo cattive.) Dopo la scuola elementare frequentò la scuola media agricola. La cosa è piuttosto strana, perché si trattava di una scuola femminile, dove Moshe Dayan era l'unico ragazzo. Tutti i suoi coetanei del vicinato - tra cui figuravano alcuni dei futuri generali dell'esercito di Israele •- frequentavano la scuola Kadoori, presso il monte Tabor. È certo inconsueto per un adolescente maschio accettare di frequentare una scuola femminile, anche se la cosa presenta dei vantaggi.
Fu in quel periodo che il ragazzo Moshe subì la sua grande metamorfosi. La Nahalal degli anni trenta non era un luogo in cui fossero apprezzati i ragazzi sensibili o dal temperamento artistico. Era il primo insediamento cooperativo, un centro del movimento di colonizzazione, un posto dove i ragazzi mettevano in mostra la propria virilità, maltrattavano i bambini miti, adoravano i duri combattenti e sognavano il giorno in cui avrebbero a loro volta lavorato la terra e combattuto gli arabi. A un certo momento Moshe dovette decidere, con uno sforzo consapevole, di emularli. Come tutti i bambini sensibili che fanno violenza alla loro genuina natura, egli passò alpestre¬