offrirsi di scommettere la sua paga mensile che Dayan non aveva più di trentacinque anni.)

C'è un tratto singolarmente adolescenziale in tutto ciò che Dayan fa. Ha insegnato personalmente ai tre figli (compresa la femmina) come si usa un fucile, abilità certo non necessaria per ragazzi cresciuti nella tranquillità agiata di Zahala, un sobborgo elegante di Tel Aviv. Ha incoraggiato il figlio maggiore ad entrare nei commando della marina, e il minore a farsi paracadutista. Non ha mai dedicato molto tempo ai figli, ma ha trovato il modo, quand'erano ancora dei bambini, di condurli in lunghi viaggi nel deserto. È famoso in tutto il paese per numerose alzate d'ingegno, tipiche del personaggio. Un giorno tornava a casa per la via più breve, e trovò una strada bloccata da uno sbarramento collocato dalla polizia stradale: non fece che scendere dall'automo-bile, nella sua alta uniforme di generale, rimuoverlo e proseguire. Archeologo dilettante come molti israeliani, per Dayan è un'abitudine violare la legge che vieta la rimozione degli oggetti d'interesse archeologico. E non già soltanto occasionalmente, come capita anche agli altri appassionati di archeologia, ma in modo sistematico. Durante la guerra del Sinai un'unità dell'esercito scoprì nel corso dell'avanzata una zona d'interesse archeologico; Dayan la fece chiudere dalla polizia militare finché non ebbe il tempo di andarvi a scavare e di portarsi via alcuni oggetti. La sua casa a Zahala è piena di colonne e brocche antiche, ciascuna delle quali rappresenta un'infrazione della legge, fatto che non impedisce al ministro della Difesa di tenervi - tra uno scavo e l'altro - dei ricevimenti ufficiali. La figlia Yael ha scritto che « egli è orgoglioso come un bambino della pubblicità negativa procuratagli dalla sua fama di enfant terrible ».

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