lemme venne accerchiata egli si pronunciò contro l'attacco frontale. Per l'insistenza degli altri membri del gabinetto (ma contro il parere del ministro della Difesa) l'attacco fu effettuato, consentendo di completare la conquista di Gerusalemme prima dell'entrata in vigore del cessate il fuoco. Sul fronte siriano Dayan ritardò l'attacco di quarantotto ore, contro il parere esplicito del gabinetto e dei comandanti locali. Egli voleva concentrare per questa operazione - la più diffìcile dell'intera campagna - una forza assai maggiore, e il rinvio dell'attacco consentì l'arrivo dal fronte giordano su quello siriano di nuove truppe. Nessuno che vi abbia assistito dimenticherà la pazzesca confusione dei reparti che, in lotta contro il tempo, correvano su taxi e camion requisiti in quello che sembrava il caos più completo, e che invece si mutò senza sforzo in un ordine preciso al momento dell'attacco. Era l'esercito israeliano con il suo volto assolutamente originale, al culmine della sua efficienza. Ma se oggi siede a Damasco il governo ba'thista può ringraziare Dayan: senza il suo intervento la capitale siriana sarebbe certamente stata presa prima del cessate il fuoco.
Sulla grande decisione di dare il via alla guerra Dayan ebbe scarsa influenza; e in effetti non c'era alcun bisogno di pressioni aggiuntive. La sua cooptazione nel governo presupponeva la decisione (ne era anzi parte) di porre termine alla crisi attaccando gli egiziani, decisione su cui tutto il paese era d'accordo e che, a quel punto, era divenuta inevitabile. Ma la sua presenza, fugando gli ultimi dubbi, contribuì indubbiamente a rafforzare la risolutezza del governo.
Quali sono oggi le prospettive di Dayan? Il ministero della Difesa costituisce un elemento chiave nel sistema politico israeliano, data la grande concentrazione di potere che porta con sé; ma non è