con i sistemi inglese e americano, in cui il vincitore piglia tutto e i voti attribuiti al candidato sconfitto vanno sprecati. Il meccanismo della rappresentanza proporzionale consente a tutte le minoranze di far sentire la loro voce, ed è quindi estremamente difficile per qualsiasi partito ottenere da solo la maggioranza assoluta. Anche all'apogeo del potere di Ben Gurion, il suo partito, il Mapai, non ha mai ottenuto più del quaranta per cento dei voti. Il partito maggioritario è incaricato di costituire una coalizione con altri partiti. che siano in grado di fornire almeno l'appoggio minimo occorrente per dar vita ad una maggioranza di governo. Le trattative per la formazione delle coalizioni di governo sono sempre lunghe e difficili. I partiti minori contrattano il loro appoggio in cambio di impegni sui provvedimenti legislativi cui sono particolarmente interessati. (Nel quadro di questo sistema i partiti religiosi, per esempio, possono in genere ottenere come contropartita dei loro voti nuovi strumenti di coercizione religiosa, detestati dalla maggioranza.)
Il meccanismo funziona in realtà in modo non molto diverso dal sistema americano, con la differenza che negli Stati Uniti le trattative avvengono all'interno di un solo grande partito, oppure tra i due partiti, mentre in Israele entra nel giuoco un gran numero di segreterie di partito. Da parte loro i deputati sono rigidamente controllati dai loro capi-partito, ed è rarissimo spettacolo alla Kenesset vedere uno di loro che vota contro la disciplina di gruppo. Una volta che i partiti della coalizione di governo si sono messi d'accordo su un provvedimento legislativo, la sua approvazione in aula diviene una mera formalità.
Anche la diversificazione politica è un fatto assai più superficiale di quanto possa sembrare. Tra tutti i deputati eletti nel 1965 (raccolti in undici gruppi