dativamente suddivisa in tre fasi principali. Durante ognuna di esse la popolazione araba lasciò le proprie case e si fece profuga per ragioni compieta-mente diverse.

La prima fase ha inizio il 30 novembre 1948, appena poche ore dopo che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato il piano di spartizione della Palestina, e dura sino a tutto il mese di marzo del 1948. In questo periodo la guerra era condotta, sul lato arabo, da combattenti irregolari, reclutati tra la popolazione primitiva dei villaggi, i quali uccidevano e mutilavano ogni ebreo che capitasse loro nelle mani. Tutti abbiamo visto le immagini delle teste dei nostri compagni uccisi allineate nei vicoli della Città Vecchia di Gerusalemme, o dei corpi irriconoscibili con gli organi genitali ficcati in bocca. Nessuno può intendere pienamente gli avvenimenti successivi se non si rende conto dell'effetto prodotto da queste immagini sulla piccola comunità ebraica, allora costituita da meno di 650 000 unità. Essa si trovò ad affrontare la prospettiva dello sterminio.

Durante questa fase nuclei di popolazione araba abbandonarono le loro case nelle città e nei villaggi situati nelle vicinanze delle roccheforti ebraiche. Questo comportamento in molti casi non seguiva ad attacchi o alla conquista dei luoghi da parte ebraica, e rispondeva invece evidentemente ad ordini dei comandanti regionali. Talvolta l'esercito dell'Haganah mise a rischio le vite dei suoi soldati per distribuire nei villaggi arabi volantini che invitavano i loro abitanti a rimanere. Per comprendere ciò è necessario ricordare che arabi, inglesi e dipartimento di Stato americano stavano tutti sforzandosi di dimostrare al mondo che il progetto di spartizione non era attuabile e che perciò un'amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite era l'unica soluzione possibile del problema palestinese. Per tutta la primavera del 1948 il diparti¬

231