pena nato. Si trovarono di fronte la Haganah, che in giugno divenne ufficialmente l'Esercito di difesa di Israele (denominazione che includeva la parola ‘ Haganah che vuol dire difesa). I combattimenti furono ripetutamente interrotti da ordini di cessate il fuoco delle Nazioni Unite, che ciascuna delle due parti ignorava a proprio arbitrio quando le tornava vantaggioso.
Sono convinto che durante questa fase l'espulsione dei civili arabi era ormai divenuta uno scopo deliberato di Ben Gurion e del suo governo. Dopo che le Nazioni Unite avevano così miseramente fallito la messa in opera del progetto di spartizione, e dopo la creazione dello Stato in grazia esclusiva delle armi israeliane, l'opinione delle Nazioni Unite poteva essere tranquillamente ignorata. La pace con gli arabi sembrava fuori questione, data la natura estremistica della loro propaganda. In questa situazione era facile per gente come Ben Gurion persuadersi che la conquista di territori svuotati delle loro popolazioni era insieme necessaria per ragioni di sicurezza e desiderabile per l'omogeneità del nuovo Stato ebraico.
Come fu raggiunto questo obiettivo? Durante la fase in questione i massacri furono rari, su ambedue i lati. In genere era sufficiente vuotare qualche caricatore contro un villaggio arabo perché i suoi abitanti, disabituati da generazioni al combattimento, prendessero la fuga. Secondo la nropaganda sionista, i governi e gli eserciti arabi esortarono la popolazione civile ad abbandonare le case. Sfortunatamente questa tesi non è mai stata provata. Erskine Childers, studioso serio, anche se filoarabo, mi ha garantito di aver passato in rassegna tutti i testi radiotrasmessi dalle stazioni arabe nel corso del 1948 (di cui si conserva copia a Londra presso la BBC) senza trovare un unico ordine, sia pure sotto forma di suggerimento, che andasse in questa direzione. Al contrario, sembra che i governi arabi abbiano chiesto alle popo¬