1) Innanzitutto essa porrebbe fine alle reciproche paure e sospetti, che rappresentano l'elemento più pericoloso della situazione attuale. Provvedendo alla difesa comune e al coordinamento delle esigenze militari di tutti gli Stati membri, renderebbe possibile un disarmo generale e una denuclearizzazione graduali sotto un reciproco controllo. Abolendo il segreto militare garantirebbe ognuno dagli attacchi a sorpresa e dalle concentrazioni improvvise di truppe, del tipo della concentrazione egiziana che scatenò la guerra del 1967 o del presunto imminente attacco israeliano alla Siria che mise in movimento la crisi.
2) L'Unione comporterebbe anche una concentrazione di potere politico. Aderendovi Israele si allineerebbe finalmente con la tendenza dominante nel mondo afroasiatico, ed appoggerebbe le lotte di liberazione ancora aperte nell'area araba. L'influenza di cui Israele gode nel mondo sarebbe messa a disposizione di una leadership regionale, conferendo a quest'ultima un'autorevolezza senza confronti neppure con quella di Nasser all'apogeo dei suoi successi quale leader del « Terzo Mondo ».
3) I potenziali vantaggi economici sono enormi. Per Israele l'Unione semitica segnerebbe la fine del boicottaggio arabo e l'integrazione della sua economia nella Regione. Per gli arabi essa significherebbe la possibilità di un'effettiva pianificazione regionale, di un mercato comune semitico capace di mettere l'immensa ricchezza del petrolio arabo al servizio della causa del progresso e dell'industrializzazione dei paesi arabi, e specialmente dell'Egitto.
4) Una Regione unificata, liberata dalla paura e dallo sfruttamento straniero, potrebbe finalmente iniziare una rapida marcia verso la modernizzazione di tutti i suoi paesi, riconquistando il posto che già fu suo nell'epoca antica e in quella dell'Islam.
5) L'Unione semitica significherebbe infine la rot¬