larono contro tale colonizzazione, esattamente come gli arabi di oggi contro la colonizzazione sionista. Quando i pacifici coloni sionisti impararono a difendersi con le armi, non fecero che seguire l'esempio glorioso dei Maccabei. Nel suo libro sulla storia dei Cavalieri Teutonici, Treitschke racconta che alla mensa, durante i pasti, i cavalieri leggevano spesso la Bibbia a voce alta. E sceglievano volentieri un brano sui cavalieri del tempo di Giosuè o di Mosè, per ricordare ai giovani confratelli le esortazioni del primo libro dei Maccabei: « Or dunque, o figli miei, siate zelatori della legge, ed esponete le vostre vite pel testamento dei padri vostri » (2,50).
In parecchi kibbuzim prima del pasto del venerdì sera si legge ancora la Bibbia, e durante la settimana di Hanuka, che commemora la vittoria dei Maccabei, ho udito più d'una volta questo medesimo passo. Tutti, ascoltando queste parole, pensano ai pericoli costantemente imminenti rappresentati dai loro vicini arabi.
Il libro di Treitschke sui Cavalieri Teutonici si può leggere come una versione romanzata della vita dei kibbuzim di frontiera, dove si dorme « svestiti solo a metà, con le armi a portata di mano ».
Quando tutti i suoi vicini slavi si allearono contro di esso, l'Ordensland cadde, come già era crollato il regno crociato di Gerusalemme e come uomini politici e strateghi temono che crollerà Israele. Questo Stato teutonico, circondato da nemici i quali non dimenticavano che quella terra che era appartenuta a loro, doveva la sua esistenza alla forza della spada, e non poteva sperare di vivere a lungo.
Secondo me la seconda Prussia compare sulla scena della storia con la guerra dei Trent'anni. Anche se nessun fenomeno storico può essere confrontato con la seconda guerra mondiale e con il massacro di