a dire Yigal Allon (che al piano ha dato il suo nome), Golda Meir, Abba Eban e Moshe Dayan

(quest'ultimo reclama anche le colline presso Nablus).

3. Ci sono infine coloro che vogliono un'annessione limitata. Tra questi figurano i due ministri del Mapam, il quale chiede ufficialmente l'annessione dell'area di Gerusalemme, dell'altopiano di Golan (già in via di colonizzazione da parte di membri del partito), della striscia di Gaza e, per ragioni di sicurezza, di alcune zone situate lungo il vecchio confine con la Giordania.

Ora, il fatto è che non esiste un solo capo politico arabo disposto ad accettare un qualsiasi progetto di annessione, quello elaborato dal Mapam non più di qualsiasi altro. E poiché nessun membro del gabinetto israeliano è pronto a cedere un pollice dei territori conquistati prima della firma ufficiale di un trattato di pace, ne deriva che alla resa dei conti le posizioni dell'Herut e del Mapam convergono, e in seno al governo non ci sono differenze rilevanti tra moderati e estremisti.

È appunto questa la ragione per cui gli uomini del Mapam insistono tanto per mantenere nel gabinetto i ministri di destra. Essi non nascondono d'altronde che il loro obiettivo è impedire ogni soluzione che, in vista della pace, passi per un compromesso. In questo modo il Mapam, che si è sempre battuto per la pace, è oggi sul punto di disgregarsi. Alle prossime elezioni si presenterà come partito indi-pendente ma alleato con il Partito operaio diretto da Golda Meir e Moshe Dayan, che comprende anche annessionisti estremisti.

Di qui a un anno il Mapam sarà stato indubbiamente assorbito dal Partito operaio, dando luogo ad un'altra tappa del processo di « cartellizzazione » dell'Establishment sionista.

Nell'attuale situazione, non sorprende che questo

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