vale a dire la metà esatta del totale. La sua piattaforma era: nessuna decisione; niente piani, di NESSUN GENERE; ASPETTIAMO CHE GLI ARABI MUTINO ATTEGGIAMENTO.

Il blocco di destra Gahal, che invocava l'annessione dei territori occupati, ha conquistato 26 seggi, cioè tanti quanti ne ebbe nel 1965, due anni prima della guerra e prima che se ne allontanasse il gruppo del Centro libero. Quest'ultimo, il sostenitore più acceso dell'annessione tra le forze parlamentari, ha visto la sua rappresentanza ridotta da quattro a due seggi. Si è trattato di un fatto di rilievo. Un'altra lista, presentatasi su posizioni ancora più estremistiche, non ha ottenuto neppure un seggio.

Al centro, la nuova formazione di Ben Gurion ha sottratto quattro seggi al Partito operaio. Questo gruppo comprende alcuni annessionisti estremisti; ma quanto a Ben Gurion, appena prima delle elezioni si pronunciò a favore della restituzione di tutti i territori occupati (eccettuata Gerusalemme) in cambio di una « pace vera ».

Il mio partito è passato da 1 a 2 seggi, mentre i due partiti comunisti hanno mantenuto la loro forza precedente (quello arabo 3 seggi e quello ebraico 1 seggio).

Il risultato elettorale mostra con evidenza uno stato d'animo di indecisione, di diffuso scetticismo sia nei confronti dell'annessione che nei confronti di una soluzione pacifica. Ma la composizione del nuovo governo lascia un'impressione completamente diversa. Nel corso dell'anno sono emersi indizi di decisiva importanza, in piena armonia con il temperamento di Golda Meir. Costei, lungi dall'essere una statista, ha rivelato sempre più chiaramente la sua natura di maestra di asilo d'infanzia, intellettualmente sterile, che brucia del sacro fuoco dell'integrità nazionale e privata e si muove in un mondo di banalità e di slogan,

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