assai sentito in Israele sotto Golda Meir: che nel corso della storia ebraica tutti i Gentili sono sempre stati contro di noi, che i Gentili non possono accettare la nostra prosperità e le nostre vittorie, e che quindi il mondo intero vada all'inferno.
Poche settimane più tardi apparve un'altra canzone. Scritta da un paracadutista ferito, essa venne eseguita da uno dei gruppi destinati a funzioni di intrattenimento dell'esercito israeliano, con l'autorizzazione espressa del capo di Stato Maggiore, l'intelligente e umano generale Hajim Bar-Lev. La canzone fu eseguita per la prima volta nel corso di una serata di gala alla presenza di una costernata Golda Meir, e raggiunse rapidamente il primo posto nella graduatoria dei successi delle stazioni radiofoniche israeliane, inclusa quella dell'esercito.
Questa incredibile canzone militare dice pressappoco così:
Che il sole sorga,
che il mattino diffonda la sua luce;
la più profonda delle preghiere
non ci riporterà indietro.
Colui la cui candela s'è spenta
e giace sottoterra
lacrime amare non lo risveglieranno
né lo faranno tornare.
Nessuno ci riporterà indietro
dal più buio degli abissi:
né peana di vittoria
né canzoni di elogi e di gloria.
{Ritornello)
Cantate quindi soltanto una canzone di pace,
non sussurrate preghiere;
cantate invece una canzone di pace
alta e chiara...