« Ha'olam Hazeh » (Forza nuova), che io e i miei amici abbiamo fondato alla vigiba delle elezioni, e che io rappresento alla Kenesset. Esso difende le idee esposte in questo libro, e si colloca quindi al di fuori del quadro politico generale. Nel 1965 ha raccolto l'l,2 per cento dei suffragi. Speriamo di far meglio alle prossime elezioni.
La tavola 2 (vedi p. 344) mostra la composizione della coalizione governativa formatasi dopo le elezioni del 1965. Essa dà un'immagine esatta della posizione di privilegio occupata dal Mapai, che può permettersi di costituire non importa quale arbitraria accozzaglia di partiti di sinistra, di destra e religiosi, pur conservando per sé la maggioranza dei posti di gabinetto, nonché tutti i ministeri più importanti. Alla vigilia della guerra dei sei giorni il quadro fu modificato dalla pressione dell'opinione pubblica, che costrinse il Mapai ad accogliere nel governo il Rafi di Dayan e il Gahal (vedi tavola 3, p. 345).
Tale governo di unione nazionale ha molte probabilità di sopravvivere alle elezioni del 1969, giacché nessuno dei partiti che lo compongono appare desideroso di abbandonarlo.
E si capisce: soltanto i partiti di governo sono in grado di partecipare ai vantaggi del potere, e nell'attuale orizzonte politico nessun gruppo d'opposizione ha la minima possibilità di scalzare il grande partito collocato al centro dello schieramento.
La cosa è divenuta ancora più vera dopo la creazione del Partito operaio israeliano (vedi tavola 4, p. 346), che da solo è assai vicino a controllare la maggioranza assoluta dei seggi della Kenesset. Anzi: dopo la fusione tra Partito operaio e Mapam la formazione risultante godrà, per la prima volta nella storia d'Israele, della maggioranza assoluta alla Kenesset: 63 deputati su 120.